L’ordine degli infermieri prende posizione con un esposto a tutela della professionalità degli operatori e per la sicurezza degli utenti

L’ordine degli infermieri prende posizione con un esposto a tutela della professionalità degli operatori e per la sicurezza degli utenti

Avendo ricevuto formale e circostanziata segnalazione di potenziali rischi per gli utenti fruitori del Pronto Soccorso/OBI e gli infermieri ivi assegnati, previo nulla osta del nostro consulente legale e non avendo poteri indagatori, l’esposto è un atto dovuto.


Ascoli - Ulteriore esposto dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Ascoli Piceno questa volta ad adiuvandum rispetto a quello di fine ottobre presentato dagli operatori del Madonna del Soccorso assegnati ai servizi di Pronto Soccorso, 118 ed ora anche al nuovo reparto di terapia semintensiva denominato O.B.I.

L’ordine è un ente sussidiario dello stato, preposto alla tutela della salute e alla garanzia dell’erogazione delle cure in sicurezza.


Avendo ricevuto formale e circostanziata segnalazione di potenziali rischi per gli utenti fruitori del Pronto Soccorso/OBI e gli infermieri ivi assegnati, previo nulla osta del nostro consulente legale e non avendo poteri indagatori, l’esposto è un atto dovuto.


In breve: già nel marzo 2019 - più di un anno e mezzo fa, in tempi non sospetti e pre-covid - l’OPI di AP aveva già denunciato l’irregolarità della situazione che vedeva il personale infermieristico del Madonna del Soccorso di San Benedetto del Tronto irregolarmente assegnato ai due servizi, 118 POTES e Pronto Soccorso, in contrasto con la normativa vigente (Legge n. 24/2017) e con il Codice Deontologico dell’Infermiere (2019), ora si somma un ulteriore servizio da garantire ovvero l’Osservazione Temporanea 2 costituito da 8 posti letto.


“Nonostante la denuncia a suo tempo inoltrata e il successivo ulteriore deteriorarsi della situazione, già allora compensata con forte spirito di appartenenza e senso di abnegazione, da tutti i professionisti e nello specifico dagli infermieri - che in veste di Presidente rappresento - durante la prima ondata di emergenza Covid, i provvedimenti adottati, lungi dall’essere stati risolutivi, hanno inasprito i termini della vexata questio.


“Va da sè che la situazione non poteva che peggiorare” segnala la Presidente dell’OPI di AP, D.ssa Inf. Laure Morganti “Una volta raggiunto il punto di massima resistenza un sistema è destinato ad implodere.

Attribuire ulteriori carichi di attività a professionisti che operano al limite massimo delle possibilità rischia un rimando al romanzo ‘cronaca di una morte annunciata’..

Si chiede conto di quanto inapplicato in termini di rispetto della legge Gelli-Bianco a livello gestionale, considerando che resta in capo al professionista infermiere la responsabilità del proprio operato qualora non segnalasse la situazione di rischio nel quale è costretto ad esercitare la propria disciplina. Il tema delle problematiche organizzative – originante eccessivi carichi lavorativi e sovrapposizione di compiti