Marche Palcoscenico Aperto conquista anche la Francia. L'assessore Giorgia Latini: 'Chiara dimostrazione di come le buone idee viaggiano sempre oltre le aspettative e poi cominciano a non avere confini'

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Marche Palcoscenico Aperto conquista anche la Francia. L'assessore Giorgia Latini: 'Chiara dimostrazione di come le buone idee viaggiano sempre oltre le aspettative e poi cominciano a non avere confini'

Ancona - Nonostante il periodo difficile che coinvolge il settore dello spettacolo dal vivo, non si ferma la voglia di sperimentare e di abbattere le frontiere, per fare rete e spingere la cultura verso nuovi confini dapprima inimmaginabili. È così che Marche Palcoscenico Aperto, progetto della Regione Marche/Assessorato alla Cultura e AMAT, varca i confini nazionali e sbarca in Francia.

Grazie alla collaborazione del prestigioso Istituto Italiano di Cultura di Parigi, nasce il desiderio di **promuovere sul territorio francese Marche Palcoscenico Aperto. Festival del teatro senza teatri, un festival che vede coinvolte fino al prossimo maggio 60 compagnie per più di 200 eventi di teatro, musica, danza e circo contemporaneo in streaming, on line, al telefono o whatsapp*.

La collaborazione tra Regione Marche, AMAT e l’Istituto Italiano di Cultura di Parigi prende il via venerdì 2 aprile con il debutto in contemporanea, sui canali social di entrambi gli enti, del video-documentario “Tutte quelle vive luci” progetto del regista marchigiano Antonio Mingarelli/Utovie Festival e Teatri della Plebe, promosso nell’ambito del progetto Marche Palcoscenico Aperto.

“Il progetto Marche Palcoscenico Aperto – ha evidenziato l’assessore regionale alla Cultura, Giorgia Latini -  è la chiara dimostrazione di come le buone idee viaggiano sempre oltre le aspettative e poi cominciano a non avere confini. Certo le buone idee quando ci si crede fermamente (ed è stato questo il motore del successo) vanno anche messe in pratica e quando trovano l’humus giusto fatto di condivisione, empatia e volontà di collaborare tra soggetti che parlano l’unica lingua della diffusione della Cultura, allora si crea un circuito virtuoso sotto molteplici aspetti. Un circuito che, sono sicura, costituirà un modello per altri Enti e Istituzioni culturali".

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