L'Italia batte Grecia, Portogallo e Spagna

L'Italia batte Grecia, Portogallo e Spagna

Abbiamo famiglie e imprese più solide della media europea

Nessuna banca Italiana fallì, anzi, quelle più grandi in Italia riuscirono a fare a meno anche dei finanziamenti messi a disposizione del governo con il grande disappunto di Tremonti. Oggi il mercato borsistico riscopre la crisi Greca. All'Università mi hanno insegnato che esiste il rischio paese.
Un investitore nel decidere se impiegare il proprio denaro (surplus finanziario) in un'attività (asset) non deve solamente valutare il ritorno atteso o la performance che ne potrebbe scaturire, ma deve necessariamente valutare anche il rischio che deriva, dal fatto che il paese in cui investe potrebbe deprezzare o diminuire il valore dell'asset tanto da generare una perdita. Questo è quello che va di "moda" nel panorama finanziario internazionale. Wall Street si scomoda per tener conto dei possibili problemi in Grecia.
E il mercato azionario crolla. Nello stesso tempo la Fed alza di 25bps il tasso di sconto e l'Ecofin si riunisce il 16 Febbraio per discutere del problema della Grecia e delle possibili ripercussioni, l'euro/usd (rapporto euro/dollaro, ndr) piomba a 1,34. A prima vista potrebbe sembrare che qualcosa non torni.
La Fed aumenta il tasso a cui è disposta a prestare soldi al mercato, di conseguenza le banche americane aumenteranno i loro tassi. Per gli investitori americani non sarà più conveniente indebitarsi in dollari come prima per comprare asset in euro e questo meccanismo sarà più oneroso e quindi il cambio eur/usd scende a 1,34: il dollaro si apprezza rispetto all'euro. Un colpo di spugna?
Gli Usa stanno uscendo dalla crisi nel momento in cui l'Europa sprofonda nella crisi? La Fed si affanna a spiegare che l'aumento del tasso non è giustificato da un cambiamento dell'outlook (aspetto esteriore, ndr) ma dall'intenzione di normalizzare l'economia in pratica un passo verso la stabilità finanziaria.
Di fatto il denaro USA costa di più e la liquidità sul mercato comincia a ridursi come già aveva fatto la Cina qualche settimana fa.  Mi sembra un modo efficace per arginare una bolla speculativa che aveva fatto salire troppo il mercato azionario. Meno liquidità sul mercato significa anche che meno investitori Istituzionali hanno preso a prestito denaro per investire nel mercato azionario, obbligazionario,delle materie prime e delle valute, fenomeno che avveniva almeno fino a un mese fa e che ha generato un trend crescente di tutti i mercati. 
Drenare liquidità come ha fatto la Cina e rendere più oneroso trovare denaro da investire sono due modi per deprimere le quotazioni dei mercati azionari. Il secondo problema è il rischio paese. In questi giorni è scattato l'allarme sul debito pubblico di alcuni paesi europei, tra cui, in effetti, anche l'Italia.
Ci si è accorti che la Grecia per prima ma anche il Portogallo, la Spagna e l'Irlanda presentano un debito pubblico troppo elevato. L'effetto sui mercati di borsa è stato quello di aumentare il valore dei CDS e l'incremento degli spread sui titoli governativi rispetto al benchmark costituito dai bund tedeschi.
Che cosa sta succedendo a questi paesi e perché l'Italia non è in questo gruppo pur avendo un debito pubblico molto elevato. I paesi cosiddetti PIGS (Portogallo Irlanda Grecia Spagna) hanno subito un peggioramento importante del rischio sul debito pubblico oltre al fatto che la Grecia è interessata da una crisi economica "strutturale" che sta impattando negativamente il settore privato. L'Europa paga un decennio mal gestito di integrazione economica dei paesi che la compongono.  Quello che sta accadendo in Grecia ha avuto l'aggravante della pesante revisione dei conti di finanza pubblica in un Paese già interessato da un debito assai elevato.
Non è altro che il risultato di pesanti squilibri che si sono accumulati nel primo decennio di esistenza dell'euro. Tecnicamente i Paesi "periferici" dell'euro hanno registrato eccessi di domanda rispetto all'offerta  di entità spesso significativa e soprattutto crescente nel tempo. Come è successo tutto questo?
I PIGS hanno utilizzato tutta la leva riveniente dalla possibilità di indebitarsi dovuta ad un più facile accesso al credito e a tassi più bassi a seguito dell'entrata nella zona euro. Questo ha senz'altro consentito ritmi di crescita maggiori della media Europea. In pratica la Grecia entrando in Europa ha avuto la possibilità di ottenere denaro in prestito e a tassi più bassi, proprio perché la possibilità che "fallisca" è sicuramente minore per il fatto di essere in Europa.
Questi Paesi sono di fatto diventati "importatori netti di capitali". Dove è andato a finire questo flusso di denaro?
E' stato investito anche in settori come l'immobiliare o alla pubblica amministrazione in spesa addizionale; in Irlanda anche sul settore finanziario agevolato da una legislazione fiscale favorevole. Al contrario i Paesi migliori come Germania Belgio e Olanda erano nella situazione opposta ed erano quelli che prestavano denaro. Oggi dalle rilevazioni delle banche centrali risulta che i paesi periferici abbiano una posizione finanziaria netta sull'estero salita fino a livelli di guardia. In sostanza si valuta il livello delle passività rispetto al livello delle attività verso l'estero e si confronta questa differenza con il PIL per verificarne la sostenibilità.
Per cui tra l' 80% e il 100% in Portogallo, Grecia e Spagna e quasi del 60% del PIL in Irlanda. Cosa succede invece in Italia? Noi abbiamo un tessuto produttivo più resistente e soprattutto fatto di piccole e medie imprese che subiscono più la pressione concorrenziale di grandi industrie o dei Paesi emergenti piuttosto che le difficoltà  generate dalla depressione economica.
Dalle stesse tabelle della banca centrale si vede che il vero problema dell'Italia è il debito pubblico mentre il debito privato è tra i più bassi nella zona euro. 138% del PIL per l'Italia contro valori superiori al 200% in Portogallo Olanda e Spagna di debito Pubblico mentre abbiamo solo il 45% del PIL per il debito privato tra i valori più bassi del debito delle famiglie europee. 
Questo significa che lo Stato ci finanzia con la spesa pubblica, o meglio che il debito pubblico si sostituisce a quello privato.
Le famiglie non si indebitano magari perché hanno delle rendite come pensioni come stipendi pubblici ecc.
In sostanza, oltre alle famiglie più solide possiamo anche dire che le nostre imprese sono più solide della media Europea e fanno meno ricorso al debito, rimane però il costo dell'amministrazione pubblica, l’elemento che ingessa l'economia Italiana e ci espone al pericolo che ora interessa i paesi PIGS.

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