Appello al presidente del Consiglio Conte da parte dei sindaci del sud delle Marche per deroga sui Territori di Confine

Appello al presidente del Consiglio Conte da parte dei sindaci del sud delle Marche per deroga sui Territori di Confine

Il documento è stato sottoscritto ieri da 22 sindaci dei Comuni della provincia di Ascoli Piceno e inviato ai parlamentari del territorio. 

Ascoli - «Abbiamo sottoposto all’attenzione dei parlamentari del nostro territorio – Sen. Giorgio Fede, On. Rachele Silvestri, On. Giorgia Latini e On. Roberto Cataldi – un documento condiviso da 21 sindaci dei Comuni della provincia di Ascoli Piceno per chiedere di sollecitare il Governo affinché conceda una deroga che consenta di effettuare spostamenti in una regione differente rispetto a quella in cui si risiede». 


Così il sindaco di Ascoli Piceno Marco Fioravanti. Il documento è stato sottoscritto dai sindaci Marco Fioravanti (Ascoli Piceno), Armando Falcioni (Maltignano), Pasqualino Piunti (San Benedetto del Tronto), Pierpaolo Rosetti (Acquaviva Picena), Aleandro Petrucci (Arquata del Tronto), Gianfilippo Michetti (Carassai), Fabio Polini (Castignano), Graziano Fanesi (Castorano), Alessio Piersimoni (Cupra Marittima), Matteo Terrani (Folignano), Augusto Curti (Force), Enrico Piergallini (Grottammare), Daniel Matricardi (Montalto delle Marche), Lucio Porrà (Montefiore dell’Aso), Sergio Fabiani (Montegallo), Francesca Grilli (Montemonaco), Luigi Massa (Offida), Giuseppe Amici (Palmiano), Alessandro Lucciarini De Vincenzi (Ripatransone), Francesco Leoni (Roccafluvione), Alessandro Luciani (Spinetoli) e Fabio Salvi (Venarotta). 


«Con questo documento, che ieri abbiamo condiviso con i vari amministratori, diamo ulteriore forza all’iniziativa messa in campo dal sindaco di Maltignano Armando Falcioni, che sul tema aveva già sollecitato l’Anci Marche» ha aggiunto il sindaco Fioravanti.


«Riteniamo infatti che per i Comuni della provincia di Ascoli Piceno sia necessaria una deroga al Dpcm del 26 aprile 2020, che non consente la possibilità di effettuare spostamenti in una regione differente rispetto a quella in cui si risiede se non per comprovate esigenze di lavoro, salute, assoluta urgenza o per fare rientro presso la propria abitazione. Se da un lato la norma può essere condivisibile nell’ottica di un contenimento del contagio sull’intero territorio nazionale, dall’altro è evidente come sia necessaria una deroga per quei Comuni che – seppur appartenenti a una diversa regione – sono tra loro confinanti e strettamente legati dal punto di vista storico, sociale ed economico.


È proprio in questi territori limitrofi che molti cittadini, pur condividendo rapporti con familiari e parenti, non possono incontrare i loro congiunti. È proprio in questi territori limitrofi che molti cittadini, pur possedendo seconde case, non possono recarvisi. Cittadini che, dopo aver responsabilmente accettato le misure restrittive imposte dal Governo nella prima fase dell’emergenza, non possono e non devono ora essere trattati con disparità. È evidente a tutti – e crediamo lo sia anche al Governo stesso - il paradosso di consentire ai cittadini della provincia di Ascoli Piceno di poter percorrere oltre 200 chilometri per raggiungere il Nord delle Marche ma non permettere agli stessi cittadini di effettuare spostamenti di 10 o 20 chilometri per raggiungere i limitrofi territori appartenenti ad altre regioni e nei quali si trovano parenti e familiari.


Pur condividendo dunque la necessità di tutelare la salute di tutti i cittadini, crediamo sia necessario predisporre una deroga per quei territori che – per posizione geografica – si trovano in aree di confine: in questo modo si permetterebbe uno spostamento anche tra Comuni appartenenti a regioni differenti, magari circoscrivendo e limitando lo spostamento stesso a un prestabilito raggio di azione. Per tutte queste ragioni chiediamo ai parlamentari del nostro territorio che si facciano portavoce presso gli organi competenti di tali esigenze, affinché si possa tempestivamente porre rimedio a una situazione paradossale e che rischia di generare disuguaglianza di trattamento per numerosi cittadini residenti nei Comuni della provincia di Ascoli Piceno».