Mannucci, il direttore della Zt13 leader in 'liste' d'attesa

Mannucci, il direttore della Zt13 leader in 'liste' d'attesa

Non ama parlare con i giornalisti. Convoca conferenze che iniziano con 40 minuti di ritardo

I fatti. Per stamane alle 12.30 era stata convocata una conferenza stampa dalla ZT13 di Ascoli Piceno per parlare di non si sa cosa, visto che nulla era riportato nell'invito. Sono così andato al “Mannucci suspense day”.
Ma c'è suspense e suspense.
Così quando la suspense è diventata ineducazione (40 minuti di inutile attesa che la conferenza iniziasse)  me ne sono andato. Immagino che il dottor Mannucci non stesse eseguendo un intervento di cardiochirurgia a cuore aperto e nemmanco un recupero di corpi travolti dall'ondata di piena di qualche fiume (vestito da sommozzatore).
Ma quello che stava facendo poco mi interessa. Anche perché ho scoperto un'altra cosa interessante: non ama parlare con i giornalisti.
Si tratta di una peculiare inclinazione e dote di comando direttivo in un manager pubblico. E' certamente il futuro della comunicazione del pubblico verso la pubblica opinione.
Magari frutto di un master in comunicazione tenuto dalla Bocconi. Orbene io la penso così: chi viene pagato con i soldi pubblici deve essere al servizio del pubblico e chi è profumatamente pagato lo deve essere sempre. Diversamente può fare quel che meglio ritiene in un altro angolo del mondo. 
Per compensare questa sua idea di relazione con l'opinione pubblica, il direttore generale della ZT13 convocherà una conferenza stampa mensile ad effetto “retard” (40 minuti) come l'effetto di qualche farmaco, per parlare di tutto lo scibile umano.
Mi viene da pensare a quando qualche paziente o utente della sanità pubblica telefona al giornale per lamentare qualche disservizio.
Beh, il giornalista potrà tranquillamente rispondere che quella segnalazione avrà risposta entro un mese, il tempo della convocazione di una conferenza. Che vuoi che sia un cittadino lamentoso. Giudicate voi cari lettori. Intanto qualche notizia ve la forniamo grazie al geometra Remo Bizzarri della Zona Territoriale 13 (bontà sua). La sanità ascolana, Amandola compresa, vede finanziati progetti per 17 milioni di euro. Verrà costruito un nuovo blocco operatorio con 5 sale più servizi con un finanziamento di 5 milioni di euro.
Non si sa quante delle attuali sale operatorie del vecchio blocco verranno mantenute (sono 10). Entro fine anno all'ex Gil si accaseranno il consultorio e il dipartimento di prevenzione (3 milioni di euro di finanziamento), mentre per la messa in sicurezza dell'ospedale Mazzoni arrivano 4 milioni e 450 mila euro e per quella di Amandola 1 milione e mezzo di euro.
Per realizzare Medicina nucleare c'è 1 milione e mezzo di euro. Un altro milione e mezzo di euro viene speso per un impianto di trigenerazione (energia elettrica e termica) che verrà realizzato dalla società Cpl Concordia. E nell'ambito della messa in sicurezza del Mazzoni si provvederà a dotarlo di un nuovo anello antincendio, nuove asfaltature e recinzioni sui terrazzi. Sia chiaro: in questi finanziamenti non c'è mica l'opera del direttore Fausto Mannucci. E' tutta roba messa in cantiere prima che arrivasse.
E da quel che si sente Mannucci sarebbe ad Ascoli il tempo che si integri l'area vasta con l'integrazione Ascoli-San Benedetto.
A quel punto ci sarà un solo direttore vista la logica del risparmio che la Regione Marche ha giustamente messo in campo senza penalizzare i servizi e di Mannucci resteranno impalpabili tracce disperse nell'aria .