Malattie infettive, come è difficile fare trasparenza

Malattie infettive, come è difficile fare trasparenza

Si poteva chiedere un'applicazione ad Ancona

Dottor Gobbi, può dire qual è la situazione?
«Di fatto l'ospedale di Ascoli andrebbe riorganizzato, molte cose sono fatte in modo estemporaneo. E i pazienti che vanno a Malattie infettive non sono tutti contagiosi. Quelli contagiosi continuiamo a curarli noi e hanno a disposizione 4 posti letto contro i 10 che ne avevamo».
E i 400 degenti che avevate nell'arco di un anno?
«Saranno divisi negli altri reparti».
Ritiene che questo carico di lavoro per gli altri Servizi sia indolore?
«Immagino che i miei colleghi non saranno contenti. Io comunque ho fatto una grande rinuncia, ma con un medico in meno non potevamo assicurare la reperibilità e i turni festivi, comunque quelli contagiosi continuiamo a curarli noi». Era possibile chiedere ad Ancona uno specialista in sostituzione?
«E' una domanda cattiva ...».
Può rispondere per cortesia?
«A malattie infettive di Ancona, ma anche a Pesaro, per quello che fanno hanno un organico esorbitante. Occorre che si sappia delle differenza di trattamento con noi».
Dunque con una sostituzione si poteva ovviare al tutto.
Ora forse c'è più chiarezza: le urgenze fuori dai turni normali per i pazienti contagiosi di Malattie infettive, che di fatto non esiste più giuridicamente da quando i pazienti sono a carico di altro Servizio, le fanno i sanitari di medicina. Il direttore generale Mannucci questa parte della realtà non la racconta e per le responsabilità del ruolo che riveste occorre invece affidabilità di informazione nei confronti delle pubblica opinione.