'Il fiore d'avorio' di Daniele Donati

'Il fiore d'avorio' di Daniele Donati

Il ricavato della vendita del libro è destinato all’Associazione Revert Onlus per la ricerca sulle cellule staminali e la sperimentazione sulla SLA, la sclerosi multipla e le lesioni spinali

Ascoli -  “Ci sono cose che fanno parte della nostra vita, del nostro mondo. Altre invece sfuggono alla comprensione. Di queste ultime possiamo solo cercare di intuire il significato – sebbene – in alcune particolari condizioni, per pochi istanti, riusciamo a vedere”..


Queste le prime parole che sabato 25 Marzo 2017 risuonavano tra le pareti della Libreria Rinascita di Ascoli Piceno alla presentazione del libro “Il fiore d'avorio” di Daniele Donati, architetto, docente di disegno e tecnologia dell’Istituto “Mazzocchi” di Ascoli Piceno, appassionato di cinema scacchi e lettura, colpito da SLA nel 2006.

Daniele negli ultimi tre anni di malattia ha iniziato a scrivere racconti (ha vinto il “Premio Speciale Club Unesco” nel Concorso letterario “Pelasgo968” di Grottammare con il racconto L’ultima parola, il “Premio speciale del Presidente di Regia” nel Concorso letterario “Città di Fermo” con il racconto La maschera di Carminio ed si è classificato quinto, nella Sezione Narrativa, della Nona edizione del “Premio Nazionale Alberoandronico” di Roma con il racconto Sofia), spegnendosi il 5 ottobre 2015, a soli 39 anni.


Ci piaceva iniziare questo nostro speciale incontro proprio con le parole che danno vita ad uno dei racconti più belli di Daniele, “Il numero d'oro”:

..”altre invece sfuggono alla comprensione, di queste ultime possiamo solo cercare di intuire il significato”..


Ebbene, è proprio quello che stiamo cercando di fare, con fatica dolore forza d’animo, da un annetto e mezzo a questa parte.. e, pure stavolta, sottolineo eppure, siamo stati aiutati proprio da chi meno ce l’aspettassimo, il nostro autore.


Sì, dando libero sfogo alla sua passione letteraria, con le sue parole Daniele non ci fa uno, bensì due regali.

Uno, il più semplice, è questo spettacolare libro, spettacolare non solo perché è bellissimo anche al solo vederlo, con un disegno in copertina dello stesso Daniele, ATOMSPHERE, un atomo, la particella da cui tutto trae origine, ma spettacolare soprattutto per quello che contiene, pensieri, studi, sensazioni, dolori, etica, arguta ironia, accettazione, tutti quei piccoli atomi che hanno costituito la sua vita.



Il secondo regalo, nonostante la sua assenza, è che proprio Daniele ci ha chiamati tutti a raccolta ad “ascoltare la sua voce”.


Pasquale De Cristofaro, (regista salernitano, attore, professore e grande studioso di teatro) assieme a Rosanna Di Palma (attrice teatrale e docente di teatro in molte scuole di Salerno) e Luciana De Cristofaro (insegnante di scuola primaria ma grande appassionata di teatro), ci hanno aiutato a ripercorrere i versi letterari del nostro strambo autore, che si sono mescolati e fusi non solo con ricordi ed aneddoti di vita vissuta con Daniele di alcuni amici presenti, ma anche con alcune sue “lettere aperte” (come lui amava definirle) ad attori e registi del nostro panorama cinematografico presenti sul suo blog chiamato per l’appunto “Caro Clint”.



Il libro “Il fiore d'avorio” contiene, oltre a 20 racconti, anche il romanzo inedito che dà il titolo al libro stesso.


È la storia di un uomo, Luca, che vive tutta la sua vita serbando nel cuore e nella mente un segreto che condizionerà per sempre tutta la sua vita, come una goccia che cade cadenzata dal soffitto “plic..plic..plic..plic”, una tortura che lo consumava da anni, un segreto che prova a nascondere, rimuovere, costruendo maschere su maschere, cercando sempre di differire l’incontro con questo passato che sempre ritorna travolgendo tutto e tutti lasciando indenne nessuno, che lo mette di fronte alle sue responsabilità, un passato così forte che non si riesce a sfuggire; un passato profondo depositato sul fondo su cui Luca ha tentato sempre invano di mettere una pietra sopra, ma che dopo 30 anni fa nascere in lui l’esigenza impellente di ritornare proprio nel luogo in cui tutto ebbe inizio per recuperare proprio quel passato che non poteva proprio più essere rimosso.



“Il fiore d'avorio” non è solo ingranaggio di una storia, ma un lavoro molto molto più profondo, un lavoro di scavo nella vita di ogni essere umano, una ricerca spasmodica dei sedimenti depositati nella coscienze e negli animi di ognuno di noi, sedimenti che formano e condizionano le nostre esistenze, le nostre azioni, i nostri pensieri, i nostri sogni, le nostre vite.



Di seguito una delle lettere del blog “Caro Clint” ed un aneddoto che ci hanno aiutato a ricordare con allegria e tante risate il nostro caro Daniele:

Lettera aperta a Robert De Niro

Caro Robert, vederla recitare in Manuale d’amore 3 ci fa chiedere quale colpa lei debba espiare per essersi inflitto una tale punizione. Vederla a fianco della Bellucci fa solo tristezza, perché lo ha fatto? Lei che ha girato: Taxi driver, Il Cacciatore, C’era una volta in America, Gli intoccabili, Quei bravi ragazzi…

Insomma Robert, c’era da capirlo subito che non era il caso di accettare di fare un film con un regista che, non solo ha avuto il coraggio di girare Manuale d’amore, ma anche Manuale d’amore 2, ed ora, come se non bastasse, anche il terzo.


Aneddoto:

Estate di un non precisato anno.

Sono al mio affezionato chalet, è mattina, sono le 11.00 circa e fa molto caldo.

Decido di fare un bagno e, con l’acqua altezza bacino, incontro una carissima amica di famiglia (una signora di circa 50 anni, decisamente robustella) con cui mi fermo a discutere del più e del meno. Arrivano altri parenti che, in circolo, sempre in acqua, prendono parte alla discussione.

Improvvisamente, vedo la su indicata signora (di circa 50 anni, decisamente robustella) che distava da me poche decine di centimetri, sollevarsi, terrorizzata, dall’acqua verso l’alto, in linea verticale, di circa un metro e mezzo, tanto che quasi neppure toccava più l’acqua.



In mezzo alle sue gambe scorgo il viso di Daniele che, da dietro, sott’acqua, si era immerso pochi istanti prima fino a posizionare il proprio capo sotto le gambe della suddetta signora per poi sollevarsi repentinamente verso l’alto con la medesima arcionata sopra le proprie spalle.

Increduli di quanto accaduto, e con la signora ancora a cavalcioni sulle sue spalle, sempre più terrorizzata, gli chiediamo: “Daniè ma che fai?”….e lui asciugatosi l’acqua dagli occhi: “Scusate….l’ho scambiata per la mia fidanzata!”. Proferito ciò, si immergeva, liberava la malcapitata dalla sua mortale presa e andava via….


Questo era Daniele.

..”Voi li riconoscerete dunque dai loro frutti”..

il ricavato della vendita del libro è destinato all’Associazione Revert Onlus per la ricerca sulle cellule staminali e la sperimentazione sulla SLA, la sclerosi multipla e le lesioni spinali