Gli otto punti di Gianni Pittella per la nuova Europa

Gli otto punti di Gianni Pittella per la nuova Europa

Va sostenuta l’introduzione degli Eurobonds titoli obbligazionari emessi dall’Unione Europea intesi a sostenere le necessità finanziarie degli Stati membri ed utili alla crescita

Il prossimo Parlamento europeo sarà chiamato a nuove e più grandi responsabilità rispetto al passato. Sarà compito dei nuovi 751  europarlamentari riconciliare i cittadini e le imprese di ogni parte d’Europa con le istituzioni e le politiche comunitarie, esprimendo con scelte coraggiose valori sociali, culturali politici ed economici che hanno dato vita all’Unione. 

Gianni Pittella, vice presidente vicario del Parlamento europeo ha elaborato otto punti per il quale il Partito democratico si candida a diventare la principale forza di cambiamento.
“Avere vissuto l’Europa-dice Pittella- mi ha cambiato ed ha modificato la mia maniera di vedere e vivere la politica”.
Molte cose all’interno dell’Unione non funzionano e vanno cambiate. In primis la politica economica che con la sua austerità ha distrutto posti di lavoro e depresso i consumi, una burocrazia europea che ha scoraggiato la creatività di imprese e cittadini, ma senza l’unità europea  “la vecchia Europa“ sarebbe destinata alla marginalità di fronte ai cambiamenti planetari.
Molte sono state le conquiste europee come l’Erasmus che ha coinvolto migliaia di giovani, la politica agricola comune che ci ha protetto dall’invasione di prodotti esteri e non certificati, l’Unione Bancaria che ha messo in sicurezza i depositi dei risparmiatori europei.
“Ora dobbiamo mettere al primo posto la sconfitta della disoccupazione – prosegue Pittella - nella prossima legislatura tutti gli sforzi dovranno essere concentrati nella creazione e difesa dei posti di lavoro”. L’austericidio, come lo definisce Pittella, ha ridotto spesa ed investimenti pubblici ed è la principale causa della attuale stagnazione europea.
Nel medio periodo “bisogna neutralizzare il patto di stabilità, e questo lo si può fare in quanto il patto stesso prevede che in caso di eventi economici sfavorevoli imprevisti, alcuni Stati membri possono richiedere una deroga alla sua applicazione…..nel lungo periodo bisogna porre le basi per una modifica dei trattati ed un superamento del patto di stabilità”.
Altro punto importante è governare la finanza, limitarne lo strapotere. In questi anni il primato della finanza sulla politica si è rivelato in tutta la sua forza.
La decisione di promuovere piani di austerità è scaturita dalle  pressioni dei mercati finanziari il ché ha portato ad alimentare disoccupazione, riducendo la crescita economica pregiudicando il benessere e la coesione sociale. Va quindi approvata “una Tobin tax europea, un prelievo sulle transazioni finanziarie i cui proventi devono costituire risorse proprie del bilancio della UE”.     

Va sostenuta - continua Pittella - l’introduzione degli  Eurobonds titoli  obbligazionari  emessi dall’Unione Europea intesi a sostenere le necessità finanziarie degli  Stati membri ed utili alla crescita. Le Banche sono oggi troppo opache e si sono trasformate in fondi speculativi incuranti degli interessi di famiglie ed imprese è quindi “indispensabile procedere alla separazione tra banche di investimento e quelle  di deposito”.

Rivedere il ruolo della BCE  –Banca centrale europea- “mi sono sempre battuto perché la BCE diventi una banca centrale normale, in grado di finanziare direttamente Stati ed imprese, immettendo liquidità sui mercati attraverso l’acquisto di titoli. Occorre quindi evitare che l’Euro si apprezzi eccessivamente sui mercati valutari indebolendo la competitività delle nostre industrie manifatturiere”.

Alcune forze politiche auspicano il ritorno alla lira ma non pensano che la nuova lira avrebbe un valore decisamente inferiore all’attuale euro in poche parole sarebbe una moneta deprezzata.

”La conversione in lire dell’enorme stock di debito pubblico detenuto in euro,porterebbe ad un aumento spettacolare del suo valore e l’Italia si troverebbe gravata da una montagna di nuovo debito pubblico difficilmente sostenibile. I mutui ed i debiti contratti in euro, convertiti nella nuova lira, aumenterebbero di valore ed i tassi di interesse di impennerebbero”Le famiglie e le imprese sarebbero incapaci di rimborsare i debiti contratti ed il costo della vita esploderebbe. Il problema dell’euro da affrontare non è quindi – afferma Pittella – la sua esistenza ma piuttosto la sua incompiutezza, deve cioè essere sostenuto e pilotato da un governo economico dell’Unione Europea che ora non c’è”.

Il Trattato di Lisbona prevede che il Parlamento Europeo possa farsi iniziatore del processo di revisione dei trattati. E’ necessario in questo caso prevedere la trasformazione della Commissione Europea. Il Parlamento Europeo deve avere il pieno potere legislativo mentre il Consiglio Europeo sarà la Camera alta dell’Unione.

L’Alto rappresentante per la Politica Estera e si Sicurezza deve diventare il vero Ministro degli esteri. La titubanza della UE sul fronte della politica estera è nota a tutti.”L’Europa sul tema del rispetto dei diritti umani deve fare di più. E’ per questo necessario ripensare la politica euro-mediteranea”.

Infine, ”senza Europa il nostro Mezzogiorno rischia l’isolamento e la marginalità. Per cambiare l’Europa anche il Mezzogiorno deve cambiare. Il nuovo ciclo della politica di coesione 2014-2020 sarà il banco di prova su cui testare la determinazione del Mezzogiorno verso il cambiamento”.

 

 

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