Italia al quinto posto nel mondo per maggiori imposte

Italia al quinto posto nel mondo per maggiori imposte

Il nostro Paese è tristemente ai vertici delle classifiche sulla pressione fiscale più alta in Europa e nel mondo. Lo  riferisce il rapporto dell’ OCSE – Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico – che ogni anno pubblica uno studio  che confronta il sistema di riscossione dei tributi nelle principali economie mondiali.

Per l’OCSE l’Italia è collocata al quinto posto tra i Paesi con l’imposizione  più alta.

Siamo al 42,6  per cento di tassazione e siamo preceduti da Danimarca che è al 48,8, dalla Francia al 45 ,dal Belgio 44,6 per cento e dalla Finlandia che è al 44 per cento. La media OCSE è del 34,1 per cento.  In Italia il 32,8 per cento delle tasse è rappresentato dalle imposte sui redditi delle persone fisiche,il 30,3 per cento deriva dai contributi sociali e previdenziali,il 25,5 per cento dalle imposte indirette sui consumi, il 6,3 per cento dalle tasse sugli immobili, contro il 5,5

 della media OCSE.

Per quanto riguarda l’IVA l’organizzazione ha analizzato l’efficacia del prelievo fiscale   che in Italia risulta tra le peggiori dell’intera area europea. Il nostro Paese si attesta al 13,8 per cento per il recupero, rispetto al 19,5 per cento della media OCSE soprattutto a causa dei casi di esenzione ed evasione fiscale. In generale in Europa la pressione fiscale è più alta che in USA dove si ferma al 25,4 per cento. Nel Vecchio continente i Paesi con il minor peso delle tasse sono la Germania con il 36,7 per cento,il Regno Unito con il 32,9 e la Spagna con il 32,6 per cento.

La pressione fiscale, ha portato al collasso piccole e medie imprese e migliaia di commercianti ma anche migliaia di famiglie che in assoluta solitudine istituzionale devono fare i conti con la crisi,tra mille ostacoli ed  assurdi labirinti della burocrazia. Non ultimo le aziende manifatturiere delle Marche che con l’illogica presa di posizione dei  governi europei contro la Russia ha provocato anche l’embargo di nostri prodotti e del turismo da quel Paese, spegnendo ogni speranza di apertura verso quei mercati che sembravano promettenti.

Tutto ciò ha favorito il prosperare della economia illegale ed il proliferare di venditori abusivi che creano una concorrenza sleale nei confronti di chi è in regola.

Il boom dei “Compro oro” dimostra il perché 17 milioni di persone  quest’anno hanno venduto piccoli o grandi gioielli di famiglia per tirare avanti.

Il prossimo anno ci attende poi la nuova tassazione IMU sui terreni spesso ereditati dai genitori o dai nonni, un altro duro colpo alla classe media che nel nostro Bel Paese sta scomparendo  con questo sistema progressivo e distruttivo della ricchezza creata.