Eurobarometro: italiani pessimisti verso la UE

Eurobarometro: italiani pessimisti verso la UE

La crisi alimenta l'euroscetticismo

Roma - Presentato presso la sede della Commissione europea il Rapporto Eurobarometro sull’Italia. Il sondaggio è stato effettuato nei 28 Paesi membri dell’Unione Europea più in sei Paesi candidati quali :la Turchia,l’Islanda,il Montenegro , la Repubblica di Macedonia ,la Serbia e l’Albania.

L’Eurobarometro è un importante sondaggio sulle opinioni dei cittadini  e rileva la sensibilità dei Paesi su temi quali: la crescita economica,la politica d’immigrazione,le riforme e gli investimenti la politica estera,l’allargamento,  la fiducia, i diritti ed i valori.

Ne hanno discusso Lucio Battistotti  direttore della Rappresentanza in Italia ,Giampiero Gramaglia giornalista ,Raffaele Brancati economista e Carlo Buttaroni  presidente di Tecnè.

Per gli italiani la disoccupazione  è il problema principale, lo dice il 60 per cento degli intervistati, la situazione economica è la seconda priorità, 37 per cento per gli italiani 24 per cento la media dei cittadini UE. Riguardo l’occupazione il 45 per cento dei nostri cittadini si aspettano un peggioramento della situazione  nel Paese nei prossimi dodici mesi , mentre nel campione europeo solo il 28 per cento prevede un deterioramento  della situazione economica.

Il minore ottimismo degli italiani rispetto agli intervistati Ue  è confermato dal fatto che l’impatto della crisi economica  e finanziaria sul mercato del lavoro, non ha ancora raggiunto il suo picco .

Il 50 per cento del campione italiano si aspetta che “il peggio debba ancora venire”.

Fare le riforme è la ricetta, lo richiede l’85 per cento del campione  perché l’Italia  possa rimettersi in sesto ed affrontare il futuro. Il 70 per cento degli intervistati  auspica l’uso di denaro pubblico per stimolare  investimenti privati a livello UE. Tedeschi e greci  sono tra i maggiori sostenitori  di questo approccio  nella misura del 73 per cento, mentre gli spagnoli sono tra i meno soddisfatti con il 46 per cento, insieme agli svedesi,i britannici sono  al 43 per cento.

Tra le misure utili per lasciare la crisi alle spalle gli italiani  guardano con favore al sostegno di una economia che usi meno risorse naturali, ed emetta meno gas serra ,il 75 per cento è favorevole a questo approccio ,i Lussemburghesi sono addirittura all’85 per cento favorevoli, l’82 per cento in Belgio,Malta e Germania mentre tra i meno entusiasti prevalgono i britannici con il 61 per cento di consensi , i cechi al 63 per cento ed i finlandesi al 64 per cento.

L’Unione Europea dovrebbe avere come principale obiettivo la garanzia di prezzi  energetici ragionevoli per i consumatori .Per l’uso di internet l’Italia rimane al palo;solo il 53 per cento degli intervistati dichiara di connettersi al web ogni giorno a fronte di una media UE del 62 per cento. Il 18 per cento degli italiani non si connette mai ed un altro dieci per cento non dispone di un accesso ad internet.

L’entusiasmo degli italiani, riguardo l’allargamento, si smorza quando si parla di nuove adesioni alla UE,infatti il 52 per cento del campione è contrario  mentre i favorevoli scendono dal 33 per cento della precedente rilevazione, al 30 per cento di questa.

Per quanto concerne l’immigrazione clandestina da  paesi extra Ue ,il 91 per cento degli italiani e l’82 per cento degli europei   chiede che siano adottate misure per contrastare il fenomeno.

L’Ue è vista anche come eccessivamente burocratica e costosa ,lo ritiene il 64 per cento degli intervistati italiani ed il 72 per cento di quelli europei .

L’Unione europea è percepita “distante”  dal 51 per cento dei cittadini  italiani,  mentre il 63 per cento del campione UE non ha  dubbi sulla propria cittadinanza europea .

Per aumentare il senso di appartenenza alla UE italiani ed europei ritengono sia utile armonizzare i sistemi di protezione sociale nazionali su pensioni,sanità ed istruzione e sarebbe apprezzabile anche l’elezione diretta  del Presidente della UE.

C’è poi la  mancanza di fiducia nella UE da parte del 54 per cento del campione italiano rispetto al 50 per cento di quello europeo ed   è dovuta al fatto che gli italiani sanno poco di quello che avviene a Bruxelles ,infatti il 72 per cento si ritiene “non bene informato” e solo il 26 per cento si dice informato. Anche le istituzioni politiche nazionali sono state oggetto della ricerca.  

Il 75 per cento degli italiani ed il 65 per cento di quelli europei non si fidano del proprio governo, le autorità pubbliche regionali o locali non sono ritenute affidabili dal 70 per cento degli italiani e dal 50 per cento degli europei. Dei partiti nazionali non si fida l’85 per cento degli italiani e l’80 per cento degli europei. Dalla critica degli italiani si salvano solo poche istituzioni, l’esercito con il 66 per cento di consensi e la polizia con il 65 per cento. Emerge quindi da questo sondaggio,effettuato dall’8 al 17 novembre 2014,  che la priorità per la fiducia nelle  istituzioni europee, deve essere ottenuta  attraverso una reale correzione di rotta da parte dei politici di Bruxelles,ancora lontani dai cittadini, per evitare le troppe  ineguaglianze che  affliggono il vecchio continente.