Confcommercio: crisi di legalità nel nostro Paese

Confcommercio: crisi di legalità nel nostro Paese

Il Ministro dell’Interno Alfano:”il governo considera legalità e giustizia un comparto prioritario per la tutela del commercio e lo sviluppo del Paese”.

Il costo dell’illegalità per commercio, alberghi e pubblici esercizi costa ben 27 miliardi di euro l’anno  e mette a rischio 263 mila posti di lavoro. Sono questi i dati emersi dall’indagine Confcommercio-Eurisko,presentati in occasione della giornata “Legalità mi piace” svoltasi presso la sede di Piazza Belli a Roma.


”Il tempo della crisi sembra alle spalle – ha detto il presidente di Confcommercio Sangalli aprendo i lavori del convegno, al quale hanno partecipato i Ministri Orlando per la Giustizia ed Alfano dell’Interno – ma c’è una crisi – prosegue Sangalli – che invece di allontanarsi resiste, ed è quella del deficit di legalità”.


Secondo il rapporto peggiora la percezione del livello di sicurezza da parte delle PMI. Un imprenditore su dieci ha ricevuto intimidazioni con finalità estorsiva e dodici su cento sono a conoscenza di altre imprese oggetto di minacce,che si pensa provengano nel 33 per cento dei casi dalla criminalità organizzata (nel 2014 era al 25 per cento). I tabaccai ed i benzinai sono al primo posto quali vittime  delle attività criminali in particolare al Sud  e nel 76 per cento dei casi hanno subito  minacce che  consistevano in pressioni psicologiche (più 17 punti rispetto al 2014).

Il 35 per cento degli imprenditori minacciati hanno subito danneggiamenti alle cose ed il 7 per cento violenza alle persone. La richiesta estorsiva viene soddisfatta prevalentemente con esborso di denaro (72 per cento dei casi) o con acquisto da fornitori imposti (26 per cento ) o tramite consegna di merce (25 per cento.


Tre imprenditori su quattro hanno adottato almeno una misura di sicurezza per proteggersi come telecamere, impianti di allarme, la stipula di una assicurazione, la vigilanza privata. Il 90 per cento degli imprenditori ritiene che le leggi che contrastano i fenomeni criminali sono inefficaci, il 94 per cento delle imprese è favorevole all’inasprimento delle pene mentre l’85 per cento ritiene che queste non si scontino realmente per i reati commessi.

Tra le iniziative ritenute efficaci per la sicurezza  il 75 per cento degli imprenditori chiede la certezza della pena (più 15 punti rispetto al 2014) ed adeguata protezione da parte delle forze dell’ordine ed in proposito il Ministro Alfano ha detto: ”i protocolli firmati con i commercianti sul territorio per il contrasto stanno funzionando” ed ha aggiunto ”come Governo abbiamo chiesto alle forze dell’ordine di puntare molto sul contrasto all’abusivismo commerciale perché non possono esistere due reti distributive una legale e l’altra no”.


Alfano, snocciolando alcune cifre, ha affermato che nel 2015 è aumentato del 50 per cento rispetto il 2014 il numero dei prodotti contraffatti sequestrati, mentre  l’abusivismo commerciale risulta in calo del 25 per cento. Altro aspetto di cui si è parlato è l’usura che il ministro ha definito “reato che fa schifo”e che secondo i dati da lui prodotti,  è calata del 20 per cento in un solo anno.



Nell’indagine elaborata dall’ufficio studi di Confcommercio, si fa riferimento anche alle realtà regionali e prendendo in esame le due regioni di Marche ed Abruzzo.


Nella prima il 47 per cento degli intervistati dice chiaramente che la percezione di sicurezza è peggiorata (Italia 32%) che i furti  sono aumentati in maniera significativa (più 69 –Italia più 57),le rapine più 50 (Italia 44).In Abruzzo gli imprenditori per il 38 per cento dicono che la sicurezza è peggiorata (Italia 32 per cento)i crimini aumentati di più sono  i furti, più 55 (Italia 57),le rapine  41% (Italia 44%). Ed ambedue le regioni lamentano a più 45 % la presenza di nomadi (Italia 51%)     



Il ministro Orlando nel suo intervento, sempre a proposito di contraffazione, ha sottolineato che , “bisogna aggredire le grandi reti transnazionali che la gestiscono e per questo bisogna costituire una apposita Procura europea, servono scambi di informazioni tra le procure altrimenti colpiamo solo l’ultimo anello della catena”.     


        

Il Presidente Sangalli  ha ringraziato le forze dell’ordine per il contribuito che svolgono quotidianamente al servizio della collettività ed ha concluso “se oggi chiediamo ai nostri giovani impegno, responsabilità e sacrifici, dobbiamo essere in grado di offrire in cambio legalità, sicurezza e sviluppo, dobbiamo dare ai nostri giovani un Paese dove non avere paura  del futuro”.

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