Il sogno cinese di Papa Francesco

Il sogno cinese di Papa Francesco

La sfida dell’Europa del Vaticano e della Cina a mantenere la pace ed il dialogo tra governanti.

Roma - E’ la Cina uno dei principali obiettivi pastorali e diplomatici del Vaticano. Qualche giorno fa Papa Francesco  incontrando alcuni bambini provenienti da tutto il mondo, ha confidato loro che prega ogni giorno per la Cina davanti all’immagine della Madonna di Sheshan.


In questi ultimi anni  la delegazione vaticana e quella cinese si sono incontrate tre volte, nel 2014 a Roma ,nell’ottobre 2015 a Pechino e a gennaio di quest’anno ancora a Roma. In tutti questi incontri non sono stati rilasciati dichiarazioni ufficiali ma l’atmosfera che si respira in Vaticano è di ottimismo.  


A febbraio di quest’anno il quotidiano on-line di Hong Kong Asia Times, ha pubblicato una intervista con Papa Francesco nella quale il pontefice loda la cultura ed il popolo cinese ed ha citato il confratello  Padre Matteo Ricci che, cinque secoli fa  andò missionario in Cina come uomo del dialogo attento all’incontro con le persone e rispettoso della cultura cinese.


Dice in proposito Bergoglio “è stato in grado di entrare in dialogo con questa grande cultura e con questa saggezza secolare”  ha parlato anche di Marco Polo che portò gli spaghetti in Italia,della grande emozione provata attraversando lo spazio aereo cinese durante il suo viaggio apostolico a gennaio 2015 nello Sri Lanka e nelle Filippine. Bergoglio è consapevole che “mantenere l’equilibrio della pace è una grande sfida”e che l’Europa, il mondo occidentale e la Cina stessa hanno la capacità di mantenere tale equilibrio e la forza di farlo per questo, ribadisce il Pontefice “dobbiamo trovare il modo di raggiungere tale obiettivo attraverso il dialogo. Altra via non c’è”.



Massimo  artefice del disgelo  è senza dubbio il Cardinale Parolin Segretario di Stato Vaticano che sta cercando in maniera “soft” di far superare al Vaticano lo scoglio della presenza della Associazione Patriottica Cattolica Cinese, non legata al papato che nomina, consacra ed ordina vescovi e sacerdoti ed è proprio sui vescovi che Roma e Pechino hanno le maggiori distanze.


Il Vaticano su questo vorrebbe trovare un accordo con il governo cinese ed avere quindi l’ultima parola, ma anche se in Cina un cattolico vuole  essere fedele davvero al papa non dovrebbe più celarsi “nelle catacombe” come avviene ora, per coloro che appartengono alla chiesa detta clandestina  o sotterranea. Si potrebbe quindi parlare con i governanti cinesi di applicare il modello vietnamita per la nomina dei vescovi, nel quale la Santa Sede presenta al governo un nome e se Hanoi approva, il Vaticano lo nomina ufficialmente altrimenti si ricomincia.



Sono molti i segnali del rinnovato interesse della Santa Sede per la Cina come la frase di Bergoglio ai giornalisti “se andrei in Cina ? Ma sicuro domani!” mentre le trattative riservate con Pechino iniziate da parte del Cardinale Parolin sin da quando era vice ministro degli esteri vaticano durante il pontificato di Benedetto XVI  si sono ora intensificate.


In occasione della via Crucis al Colosseo del 2013 vi fu la decisione  di far portare la croce a due seminaristi provenienti dalla Cina,mentre lunedì 22 febbraio, in occasione del Giubileo della Curia Romana per L’anno della Misericordia, Papa Francesco ha condotto la processione verso la Porta Santa di San Pietro attorniato da centinaia di fedeli ed ha voluto che durante la messa da lui celebrata nella “Preghiera universale dei fedeli” fosse inserita alla invocazione “preghiamo per i governanti”, la frase in cinese che tradotta  dice: “Il Signore, che regge le sorti dei popoli, li liberi dagli inganni del potere, della violenza e dell’interesse personale. Invochiamo il Signore. Ti preghiamo ascoltaci”.



Per Bergoglio il dialogo è una dinamica positiva, i governanti cinesi sono abili e sanno come condurre il gioco, il Vaticano vorrebbe escludere compromessi e non deve sacrificare i diritti della Chiesa. Meglio prendere tutto il tempo necessario per giungere a stabilire rapporti diplomatici corretti,Del resto sebbene la Chiesa sia controllata in Cina, la maggior parte dei cinesi che vengono in Europa non fanno a meno di visitare San Pietro, ne è una prova le centinaia di essi che spesso alle prime luci dell’alba attraversano la Porta Santa.                                        

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