Unione Europea: no ad attacchi di Israele contro obiettivi civili

Unione Europea: no ad attacchi di Israele contro obiettivi civili

Le fasi di questo “eterno” conflitto

edificio dell’ONU che conteneva derrate alimentari, medicine e dove anche  si erano rifugiati oltre 700 persone. La UE ha richiamato entrambi  ad un immediato “cessate il fuoco” per porre fine alle “grandi sofferenze della popolazione civile”.  Hamas, ha fatto sapere che non accetterà nessun accordo che non contempli l’immediato ritiro delle forze israeliane da Gaza e l’apertura di tutti i valichi delle frontiere.
Ripercorriamo le fasi di questo “eterno”conflitto.
Ce lo spiega un funzionario del consolato italiano a Gerusalemme che abbiamo incontrato. Nel giugno del 2008 Israele ed Hamas si accordarono per una tregua. Israele richiese la liberazione di un loro soldato catturato  da Hamas, Gilad Shalit. Il governo israeliano non se la sentiva, per liberarlo, di impantanarsi in una operazione a Gaza ove vivono in una ristretta fascia, oltre un milione e trecentomila palestinesi.
Hamas aveva bisogno della tregua proprio per allentare la tensione dovuta alla catastrofica situazione economica in cui i civili vivevano, ma anche per far aprire i varchi che gli israeliani avevano chiuso non permettendo l’arrivo di aiuti. Cominciarono i negoziati con l’appoggio di un mediatore del governo egiziano ma in poche settimane i tentativi fallirono ed Hamas riprese i suoi attacchi con i razzi. C’è da considerare che nella zona di Gaza  Hamas è sostenuta dall’Iran che ha alle sue spalle la Cina ,mentre  il Libano ha l’appoggio della Siria che a sua volta è spalleggiata dalla Russia, Israele gode della protezione degli Stati Uniti. In mezzo a questo vulcano,milioni di palestinesi vittime  di risentimenti mai sopiti. Peraltro, gli Stati Arabi fanno riferimento più all’autorità palestinese cioè Abu Mazel che ad Hamas, la quale è riconosciuta da molti come organizzazione terrorista da eliminare. Il nostro interlocutore ci conferma che  effettivamente, come riportato da organi di stampa, Hamas si è macchiata di nefandezze  riparandosi dietro scudi umani e nascondendo armi in siti civili. La scoperta di gallerie sotterranee, ha confermato il passaggio di armi e di merci,questo contrabbando era noto da tempo  alle autorità egiziane che lo tolleravano.
”Oggi Gerusalemme – ci dice il  funzionario  – è un campo di battaglia, tutti i diplomatici vivono in bunker e sono concentrati in zone strettamente controllate dai soldati israeliani. I posti di blocco  sono ad ogni angolo, e la vita è difficile.  La striscia di Gaza è diventata un campo di concentramento  ove non ci sono  vie di uscita”. Gli Stati Uniti stanno lavorando per arrivare ad un accordo al fine di bloccare il contrabbando di armi a Gaza, ed Israele ha fatto sapere che è interessata ad utilizzare la diplomazia egiziana per un cessate il fuoco. Anche il Vaticano si è mosso tramite l’arcivescovo  Celestino Migliore,  osservatore permanente della Santa Sede presso l’ONU, il quale ha deplorato, al Consiglio di Sicurezza, che “non si sta facendo abbastanza per proteggere le popolazioni civili in aree di guerra, e spesso per ragioni politiche vengono violati i diritti dei civili. Occorre garantire – ha proseguito  – l’ accesso agli aiuti umanitari ed una protezione speciale per donne, bambini  nonché l’effettivo disarmo”.

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