A Roma la visita del Colonnello Gheddafi

A Roma la visita del Colonnello Gheddafi

"Le dittature non sono un problema se fanno il bene della gente"

E’ stata montata per accogliere il Colonnello libico Muhammar  Gheddafi in visita ufficiale nel nostro Paese. E’ arrivato in Italia con un seguito di oltre 300 persone; tra queste spiccano oltre venti amazzoni tutte in divisa kaky e con il basco rosso. Sono la sua guardia del corpo addestrate nella DDR – ex Germania orientale – pronte a tutto per difenderlo.”Le donne sono incorruttibili” sembra che abbia detto Gheddafi ad un diplomatico che gli chiedeva del perché si attorniasse di un corpo militare esclusivamente al femminile. E’ dal 1969 che il Colonnello è al potere. Di età indefinibile,qualcuno dice che è del 1942 altri del 1938, comunque erano gli anni in cui ancora l’Italia imperava in Libia. Nacque in una tenda beduina nel deserto ad una ventina di chilometri a Sud di Sirte. Costretto a pascolare capre e cammelli viene poi gratificato, quale primo figlio maschio, dallo studio del Corano. Nel 1956 si iscrive alla scuola islamica di Sebha.
Sono gli anni della fine del colonialismo, Muhammar viene addestrato alla scuola militare libica di Bengasi e quindi a quella inglese di Beaconsfield . Nel 1969 il capitano Gheddafi raduna un gruppo di ufficiali ed approfitta dell’assenza del sovrano libico Re Idris per impadronirsi del potere  e proclamare la Repubblica araba libera e democratica  di Libia , riconosciuta subito da Gran Bretagna,Francia,Italia,USA ed Urss. Il nuovo regime vieta lo studio delle lingue straniere instaura la shaaria – legge islamica – espelle tutti gli italiani, oltre ventimila, confiscandone i beni . In quella occasione il Colonnello mantenne i rapporti solamente con ENI che dal 1914 era presente in Libia per l’estrazione del petrolio dai pozzi. Negli anni 70 - 80 con i proventi del petrolio finanzia movimenti rivoluzionari. Sfugge ad un attentato nel 1979, l’anno seguente una guardia  lo ferisce ad una spalla da qui l’idea di attorniarsi di un corpo di guardie al femminile. Nel 1986 una bomba esplode a Berlino   in una discoteca affollata di soldati americani. L’attentato viene attribuito ai servizi segreti libici ed il presidente americano Ronald Reagan  - il cow boy di tanti film  degli anni 40 – ordina di attaccare  e bombardare Tripoli . Questa volta lo salva l’allora ministro degli esteri Giulio Andreotti che fa avvertire Gheddafi dell’imminente attacco.
Di contro il Colonnello fa partire dalla Libia verso la base americana di Lampedusa due missili Scud che fortunatamente cadono in mare . Nel 1988 un Boeing della Pan Am  con 270 persone a bordo esplode in volo. Ad  organizzare la strage furono i servizi segreti libici. Dopo undici anni il regime libico ha riconosciuto le proprie responsabilità e nel 2003 ha pagato circa 3 milioni di dollari ai parenti delle vittime. Ora sembra che Gheddafi abbia messo la testa a posto; resta solo il fatto che appena sceso dall’aereo, all’aeroporto di Ciampino, sulla sua divisa fiammante con il petto ricoperto di medaglie, sulla destra  il Leader mostrava una grande foto di Omar al Muktar . Una vecchia foto del capo della rivolta anticolonialista ripreso in catene il giorno dell’arresto avvenuto l’11 settembre 1931 da parte delle truppe coloniali italiane che poi lo avrebbero fucilato. Al seguito di Gheddafi c’è il figlio ottantenne di questo capo della rivolta antiitaliana.
Ieri il Colonnello  parlando nella sala Zuccari del Senato ha detto:”Le dittature non sono un problema se fanno il bene della gente “, ha rievocato il bombardamento americano su Tripoli e Bengasi che nel 1986 gli uccise una figlia adottiva  ed ha proseguito affermando che “l’America non vuole la libertà dei popoli ma vuole colonizzarli” e poi “…dobbiamo dialogare anche con il diavolo se necessario”.
Domani, finalmente, il Colonnello ripartirà, la tenda sarà smontata ed i cittadini di Roma, che hanno snobbato la sua visita, potranno riappropriarsi  di villa Pamphili  continuando a fare footing  a  portare i bambini a spasso   nei viali alberati mentre Gheddafi sarà ingoiato dalle sabbie del suo deserto in un’altra tenda beduina questa volta non più fatta in pelli di capra ma in tessuti preziosi ed attorniato dalle sue belle soldatesse.

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