Venti operai in nero dormivano nei bagni. E' il risultato di 'Scatole Cinesi'

Venti operai in nero dormivano nei bagni. E' il risultato di 'Scatole Cinesi'

E' stato con un blitz notturno nel laboratorio di Senigallia che i finanzieri hanno trovato 20 persone intente a cucire pantaloni per conto di importanti aziende italiane

Senigallia - Lavoravano in nero e dormivano nei bagni. Con l’operazione ‘Scatole cinesi’, le Fiamme Gialle di Senigallia hanno eseguito controlli in un’azienda operante nel settore del confezionamento di capi di abbigliamento, che in passato era già stata già ispezionata. Stavolta gli agenti però hanno scoperto 20 lavoratori in nero.

I finanzieri, grazie a controlli incrociati svolti tra vari clienti, hanno verificato che l’imprenditore cinese, oltre ad aver emesso fatture per oltre 1 milione di euro e non avendole però mai dichiarate, non aveva assunto alcun dipendente.

E' stato con un blitz notturno nel laboratorio di Senigallia che i finanzieri hanno trovato 20 persone intente a cucire pantaloni per conto di importanti aziende italiane.

C'è stato un tentativo di superare la situazione: l’imprenditore ha tentato di giustificare quei lavoratori presentandosi con un nome diverso da quello reale ed esibendo ai militari un registro infortuni appartenente ad un’altra ditta cinese attiva da circa 2 anni nello stesso laboratorio.

A conclusione di una serie di violazioni scoperte, le Fiamme gialle hanno elevato sanzioni per oltre 300.000 euro.
Gli agenti hanno scoperto poi che le 20 intente al lavoro nel laboratorio dormivano in un capannone attiguo, affittato da italiani, privo dei requisiti di abitabilità (diverse stanze da letto erano state ricavate abusivamente sia nei bagni, dove erano stati asportati i sanitari sia in diversi solai del vano scala ricoperti con tavolato su cui è stato montato del linoleum), il capannone è stato sottoposto a sequestro preventivo su disposizione del GIP del Tribunale di Ancona.


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