Piceno Sviluppo: liquidazione per insolvenza

Piceno Sviluppo: liquidazione per insolvenza

La Provincia non può direttamente riassorbire nel suo organico il personale

La scelta di porre in liquidazione Piceno Sviluppo si è configurata come un atto dovuto a fronte del persistente stato di insolvenza in cui versava da anni. Costituita nel 1997 per la gestione dei “Patti Territoriali” (finanziamenti ministeriali finalizzati a progetti di nuove iniziative imprenditoriali), poi non più ri-finanziati dal 2007, da quella data, la Società partecipata aveva esaurito la sua funzione non potendo più contare su  nessuna entrata statale.

Inoltre, fin dall’approvazione delle Linee Programmatiche del Mandato Amm.vo, questa Amministrazione aveva assunto, con i cittadini ed il territorio, il preciso impegno di razionalizzare la propria partecipazione in Enti esterni, per promuovere lo sviluppo contenendo le spese e assicurando la migliore gestione delle risorse pubbliche. In questa prospettiva, anche la stessa procedura di liquidazione, è stata affidata a due Dirigenti della  Provincia per evitare ulteriori spese e ottimizzare il percorso di chiusura.
In merito al licenziamento dei 4 dipendenti con contratto privato, occorre precisare che l’atto non è stato assunto dall’Amministrazione Provinciale, ma costituisce provvedimento obbligato dei soggetti liquidatori nell’ambito delle procedure di liquidazione legate alla precaria situazione gestionale e finanziaria.
La Provincia, pur comprendendo il forte disagio e la legittima preoccupazione dei dipendenti, in quanto ente pubblico non può direttamente riassorbire nel suo organico il personale in base alla normativa vigente. Come in molte altre situazioni di crisi aziendali, la Provincia promuoverà ogni possibile azione per favorire la ricollocazione nel mondo del lavoro del personale della società verso cui questa Amministrazione ha sempre dimostrato sensibilità ed attenzione. Tanto è vero che, proprio per alleviare la situazione di disagio, la Giunta Provinciale dispose nel dicembre scorso una contribuzione straordinaria per il pagamento di 4 mensilità pregresse. D’altra parte, la strada di trasformare la Società in Agenzia di sviluppo locale risulta impraticabile in quanto il Ministero non mette a disposizione nessun fondo per avviarla e sostenerla lasciando l’onere finanziario totalmente a carico degli Enti Locali aderenti che, peraltro, dovrebbero associarsi in un ambito  sovraprovinciale, se non regionale.
Dal 1998 al 2010, l’Ente Provincia ha direttamente finanziato le attività di Piceno Sviluppo con risorse proprie pari a circa 1 milione e 386.000 euro. Non solo, ha anche provveduto al pagamento delle utenze e concesso in comodato d’uso i locali provinciali di Via Tornasacco, sede operativa della società. Nonostante questo massiccio apporto,  le condizioni contabili della Società non hanno fatto altro che peggiorare, soprattutto nell’ultimo triennio, tanto da non essere più in grado neanche  di pagare gli stipendi e di far fronte allo stato debitorio che ammonta ad oltre 305 mila euro. Si tratta di una situazione strutturale insostenibile che la Provincia non poteva ulteriormente far gravare sulla tasche dei cittadini del Piceno e ingiustificabile di fronte a qualsiasi organo di controllo, anche alla luce del dettato normativo ( in primis la Legge 248 / 2006), che prevede che ciascun Ente Locale verifichi la sostenibilità economico-finanziaria delle proprie partecipazioni in Società ed organismi esterni con l’obbligo di recesso  dalle partecipazioni non più consentite».