Pensioni, gli ex lavoratori marchigiani tra i più poveri d'Italia

Pensioni, gli ex lavoratori marchigiani tra i più poveri d'Italia

E' finito il tempo della pensione come rifugio sicuro

Il 54,5% di questi ultimi percepisce pensioni inferiori a 750 euro, contro il 39,5% medio nazionale. Insomma, è finito il tempo della pensione come rifugio sicuro.
E’ questo uno degli elementi più significativi che emerge dall’analisi condotta dall’Ires Cgil Marche sulle pensioni nelle Marche nel 2013.


Dall’indagine, inoltre, emerge una notevole differenza  tra le pensioni che percepiscono gli uomini e quelle che percepiscono le donne: in generale, gli uomini prendono 523 euro mensili in più rispetto alle donne.
Dati che invitano ad una riflessione profonda tanto più se si pensa che nelle Marche i pensionati con più di 70 anni sono il 69,2% contro il 63,1% della media nazionale e percepiscono circa 270 euro in meno rispetto alla media nazionale. I pensionati ultra80enni sono il 30,9% a fronte del 25,8% su scala nazionale.


“Questi numeri confermano la forte preoccupazione del sindacato pensionati per le condizioni degli anziani nella regione – dichiara Emidio Celani, segretario generale Spi Cgil Marche - . Negli ultimi anni, infatti, le scelte di taglio della politica nazionale sul Welfare hanno determinato un progressivo impoverimento degli anziani, già penalizzati dalle pensioni basse”. Per questo, oggi, “gli anziani hanno difficoltà a trovare risposte sul versante sanitario e sociale: le lunghe code che spingono chi può  a rivolgersi al privato quale soluzione possibile al bisogno o a privarsi di un servizio sanitario, sono la conferma della grande situazione di disagio”. Non solo. Molti pensionati sono costretti a non curarsi. “Tutto ciò – aggiunge Celani -  si somma anche alla tendenza a risparmiare su tutto: molti anziani, infatti, si trovano  costretti anche a vendere la nuda proprietà pur di sopravvivere”. Per lo Spi Cgil Marche, “nonostante la Regione abbia confermato l’invarianza del fondo sulle politiche sociali, occorre una maggiore azione per far fronte ai fenomeni di povertà che stanno dilagando tra le fasce più deboli della popolazione”.
 

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