'Shell Tav', l'innovazione che porta nelle Marche e nel Piceno 7 milioni di euro

'Shell Tav', l'innovazione che porta nelle Marche e nel Piceno 7 milioni di euro

Cinque imprese picene  di Genera Scarl fanno parte di questo progetto complessivo che a livello nazionale vale oltre 10 milioni di euro

Ascoli - La Genera Scarl, che compie domani, 15 giugno, i suoi primi 10 anni di attività, ha festeggiato nella sede di Hub21 con la firma del protocollo per il progetto "Shell Tav" (Ecosistemi domestici condivisi ed interoperabili per ambienti di vita sostenibili, confortevoli e sicuri) la determinazione del sistema produttivo e culturale delle Marche in una competenza sulla quale il sistema marchigiano sta puntando da anni: la Domotica.


Il Cluster vede il coinvolgimento di 5 Regioni (Marche, Puglia, Toscana, Friuli Venezia Giulia e Lombardia) e della provincia autonoma di Trento, che partecipano con più di 100 soggetti tra Università, Enti di Ricerca ed imprese.



Il progetto complessivo a livello nazionale vale oltre 10 milioni di euro, la quota marchigiana è preponderante e ammonta a oltre 7 milioni di euro.




Risorse per la gran parte dedicate a ricerca e sviluppo, parte rilevante anche per la formazione.


"E questa di oggi - dice Giancarlo Romanucci, presidente di Genera - è una occasione per verificare la possibilità di essere uno strumento utile per le proprie imprese socie e per il territorio marchigiano e piceno.


Sono coinvolte cinque nostre imprese nel progetto "Shell Tav" per il quale oggi sottoscriviamo un importante protocollo con l’Università Politecnica delle Marche. In questo documento - aggiunge Romanucci - sono scritte nero su bianco le reciproche volontà di promuovere e sviluppare nuove opportunità di Ricerca & Sviluppo sui temi delle tecnologie e delle metodologie di bonifica, sui temi della domotica negli ambienti di vita, sulle infrastrutture per la mobilità elettrica.


In questa visione il ruolo principale è svolto dal capitale umano, dai giovani, che rappresentano uno dei fattori di recupero di competitività del nostro sistema produttivo che anche attraverso nuovi strumenti, come l’alternanza scuola lavoro, offrono opportunità di conoscenza e di crescita per entrare da protagonisti nel futuro, ed è a questi che riteniamo di rivolgere l’attenzione anche nelle nostre imprese”.



Luca Scali, amministratore delegato di Hub21 (embrione del Polo scientifico tecnologico e culturale che avrà sede nell'ex area Carbon una volta riqualificata con il progetto A21) ha introdotto il workshop sul progetto Shell Tav con un concetto ormai centrale. “Il termine innovazione – dice Scali – non vede più al centro le imprese, il prodotto, ma i bisogni delle persone”.


Shell Tav nasce da questi nuovi obiettivi. Nel workshop di illustrazione del progetto Shell Tav anche l'importanza di costituire rete tra sistema dell'istruzione e imprese.


E gli interventi dei rappresentanti dell'ITT Fermi (Prof. Patrizia Palanca), dell'ITCG Umberto I (Prof. Valentina Bellini) e dell'ITAS Mazzocchi (Prof. Nazario Damato) hanno evidenziato la necessità del sistema alternanza scuola-lavoro.


Ad Ascoli Piceno c'è un esercito di studenti, oltre 1.100 dai tre istituti, che è coinvolto nell'alternanza: un “ponte umano”, opportunamente plasmato dalle università, per costruire le imprese innovative del futuro e lo sviluppo del territorio.


Il prof. Fancesco Piazza, dirigente del Dipartimento dell'Ingegneria dell'Informazione dell'università Politecnica delle Marche ha spiegato gli obiettivi del progetto e il metodo del suo sviluppo per raggiungerli.


Ora capisco che questi temi per molti lettori possano apparire freddi, distanti, poco comprensibili … forse inutili. Basterebbe però una riflessione minima sulla vita quotidiana di ognuno di noi. É governata da telefonini (smartphone) che se volete vi aiutano a trovare una strada, un ristorante, un aeroporto.


E se avete comprato un nuovo televisore avete visto che dialoga con internet. Per non parlare delle funzioni di altri elettrodomestici. Ehi, sei connesso? Una volta si diceva all'amico quando lo vedevate con la testa fa le nuvole. Oggi ha cambiato senso questa domanda. Si cambia il linguaggio grazie all'innovazione tecnologica.


C'è chi accende le lampade del soggiorno battendo le mani. Magari sono ancora in pochi tra quelli che conoscete, ma certo non siete immuni dai bip bip delle auto che fanno marcia indietro in un parcheggio: si, hanno i sensori per non farvi urtare l'altra auto o il muretto che non avete visto per la visuale troppo alta.


Su tutti i vari progetti di auto elettriche che non hanno bisogno di conducente (Applecar, Google car, Tesla etc). Insomma pochi esempi per dimostrare come in realtà siamo immersi nella tecnologia.


E' in questo contesto che il prof. Piazza ha parlato di Shell Tav, il progetto che ha lo scopo finale di creare tecnologie per ambienti intelligenti che sappiano dialogare tra loro per funzionare a livello ottimale e darci servizi che ci semplifichino la vita, i nostri bisogni.


E' il tema dell'interoperabilità tra diversi apparati presenti, nascosti tra le mura domestiche. E una volta creata la casa intelligente la conseguenza sarà quella di creare i presupposti al collegamento con livelli superiori come le smart communities, le smart cities.


Cosi Shell Tav, che vede cinque imprese di Genera Scarl coinvolte, proietta il territorio marchigiano, quello piceno a livello internazionale con i workshop che sono stati fatti in Cina, in Irlanda, in Canada, in Spagna e in California. Le imprese e il sistema culturale italiano a contatto con il resto del mondo.


E Shell Tav è destinato a creare software e hardware con la parte dedicata alla ricerca e sviluppo, mentre per la formazione si creeranno tecnici capaci di utilizzare quei prodotti in grado di funzionare e dialogare tra loro grazie ad un “collante”, così lo ha definito il prof. Piazza, l'Ict (Information, comunication technology).


Eppoi altre figure: gli sviluppatori e i ricercatori che realizzeranno questi prodotti. Per queste due figure sono stati individuati due percorsi: i primi usciranno da una laurea triennale, gli altri da una magistrale.


Presente al workshop anche il presidente di Confindustria Marche Bruno Bucciarelli che ha raccontato le difficoltà di mantenere all'interno delle imprese studenti ritenuti idonei all'assunzione per una errata realizzazione degli stage in azienda che il sistema dell'istruzione prevedeva diversi anni fa.