Rossi, al Cantiere dell'altra politica in tanti ad ascoltare Paul Ginsborg

Rossi, al Cantiere dell'altra politica in tanti ad ascoltare Paul Ginsborg

Ginsborg: è la mia unica uscita elettorale, lo dovevo a Massimo per l’amicizia e la stima che mi lega

Massimo Rossi è visibilmente molto contento. Sono venuti in tanti questo pomeriggio di sabato al “Cantiere dell’altra politica”, la sede elettorale del candidato della sinistra. Nonostante la giornata e l’orario non comodissimo, le 16, la grande sala a piano terra del locale si è riempita fino all’inverosimile. I relatori erano sicuramente autorevoli: lo storico Paul Ginsborg, fondatore nel 2002 dei movimenti dei girotondi, e promotore di quel “Laboratorio della democrazia” di Firenze, dove insegna storia contemporanea all’università, soggetto civico  punto di riferimento a livello nazionale e il filosofo Roberto Mancini docente di Filosofia teoretica e figura di spicco del mondo cattolico.
E a proposito di laboratorio Rossi ha sottolineato come questa campagna elettorale stia mettendo le premesse per un percorso importante che porti, con la sua elezione in consiglio regionale, ad un rapporto nuovo tra cittadini e istituzioni e la stessa politica.
“I grandi progetti possono nascere nei piccolo luoghi come il vostro. Porto Alegre non era la capitale del Brasile, ma è diventata la capitale dei forum sociali”. Così Ginsborg che si è augurato che da dal “cantiere marchigiano” possa svilupparsi un esperimento importante. “Questa – ha continuato – è la mia unica uscita elettorale. Lo dovevo a Massimo per l’amicizia e la stima che mi lega a lui da anni”.
E lo storico anglo-italiano, è entrato nel tema dell’incontro, “La democrazia ai tempi del berlusconismo”. “Non è un bel momento per il nostro Paese. L’Italia è un modello negativo in tutto il mondo. Berlusconi mette al centro l’individuo fuori da qualunque contesto sociale e propone una libertà senza regole, dove quello che conta è il mercato.
E’ la democrazia del capo”. E allora serve una nuova politica, l’altra politica. “Un articolo del sociologo Ilvo Diamanti evidenziava come i cittadini abbiano fiducia nel Capo dello Stato, 73%, nella magistratura, oltre il 40%, mentre il parlamento è al 18,3% e i partiti precipitano all’8,3%!”.  Allora se i partiti “hanno fallito” il vuoto che si è creato va riempito. Come? “Urgono nuovi modelli, alla democrazia rappresentativa va affiancata una democrazia partecipata, e la candidatura di Massimo Rossi va in questa direzione”.
Roberto Mancini ha denunciato come si parli molto di “antipolitica” che però è riscontrabile proprio nel circuito ufficiale. Perché la vera politica nasce nel tessuto sociale e civico, nei movimenti. Ormai si è affermata una logica che vede l’impegno politico “come logica di dominio, come occasione di far carriera, come una professione”.
Oggi ci sono “pochi cittadini e molto telespettatori e consumatori; il sonno dell’educazione genera mostri”. Di fronte a questa situazione bisogna “restituire i diritti a chi non ce li ha più, ritornare ad essere cittadini, creare zone liberate, pensare alla cura del bene comune”. Per Mancini serve “una spiritualità, non intesa in senso religioso ma come ricerca interiore che porta all’accettazione dell’altro”.
“E’ necessario – ha concluso – un movimento per la democrazia delle persone, e Massimo Rossi è l’interprete migliore per costruirlo”.

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