Minardi si mette a disposizione, ma Busilacchi fa il "politichese"

Minardi si mette a disposizione, ma Busilacchi fa il "politichese"

I cittadini prendono le distanze dalla politica? Questi sono i fatti che li fanno astenere dal votare

Ancona - E' sconcertante l'intervento del capogruppo del Pd Gianluca Busilacchi alla luce dell proposte del M5S e della dichiarazione di Minardi che dice:


 “L’aula del consiglio della Regione Marche si è espressa in maniera forte a favore dimissioni Zaffiri. Parole, quelle dell’esponente della Lega inaccettabili, soprattutto se pronunciate da chi ricopre una carica istituzionale di così grande rilievo.

Un comportamento condannato e stigmatizzato dalla quasi unanimità dell’aula.Ho apprezzato le parole di stima e fiducia del M5S nei miei confronti. Per quanto riguarda la mia carica sono a disposizione del gruppo consigliare del Pd e della maggioranza che mi ha eletto”.


Zaffiri che viene sospeso dalla Lega Nord ma non si dimette aveva postato su Facebook queste parole all'indirizzo del Prefetto Gabrielli: " ​Gabrielli un porco di un comunista al servizio del Pd attento che ti abbiamo segnato sul nostro elenco, arriveremo, l'olio di ricine te ne daremi tanto".



E Busilacchi dice: "Invito il consigliere Zaffiri a dimettersi, in quanto non adeguato al ruolo di vicepresidente, che non è un incarico personale ma di tutta l'Assemblea". Così il Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale, Gianluca Busilacchi a chiusura della sua relazione sulla mozione discussa e approvata oggi durante l'Assemblea legislativa.a mozione, annunciata ieri dallo stesso Busilacchi, contiene infatti la richiesta di dimissioni del vicepresidente del Consiglio regionale, Sandro Zaffiri, in relazione alla violenta esternazione verbale del consigliere leghista nei confronti del prefetto di Roma, Franco Gabrielli, dopo gli episodi di tensione verificatisi venerdì a Roma per la gestione dei profughi tra manifestanti e forze dell'ordine."Oggetto della discussione - ha esordito Busilacchi nella sua relazione in Aula - non sono le modalità formali per arrivare alle dimissioni di Zaffiri, ma le frasi da lui pronunciate. Il suo comportamento ha esposto tutta l'Assemblea legislativa, non solo se stesso, al clamore della stampa nazionale.



Quelle di Zaffiri - ha detto il capogruppo democrat - sono affermazioni molto gravi, non credo siano tollerabili. Oltre ad essere forti e violente, le sue frasi contengono anche minacce".Quindi Busilacchi è andato oltre. "Non è utile soffermarci sull'oggetto latente delle affermazioni, cioè l'immigrazione, piuttosto dobbiamo riflettere sulle modalità con cui le critiche, seppur legittime, vengono portate avanti. Se si rappresenta un'istituzione, infatti, - ha sottolineato il capogruppo democratico - bisogna avere un forte senso di responsabilità.


Tutti noi dobbiamo sapere che le frasi che pronunciamo hanno effetti anche sulla comunità. La nostra regione non ha mai avuto una connotazione di volgarità e violenza come è avvenuto come con questo episodio, che va condannato e rigettato".Poi una seconda riflessione. "Anche se Zaffiri ha avanzato delle pseudo giustificazioni, dicendo che gli elettori che lo hanno votato hanno bisogno di parole radicali, voglio ricordare che si può essere radicali rimanendo nei confini della civiltà e della democrazia.


Per questo episodio non ci può essere alcuna giustificazione.
Viviamo in un tempo - ha proseguito Busilacchi - in cui alzare i toni può portare più attenzione, ma tale comportamento va fermato con grande nettezza, altrimenti si entra in una spirale per cui, pur di avere attenzione dai media, tutto sia lecito.


Tale atteggiamento, però, non è connesso alla risoluzione dei problemi dei cittadini, a cui noi qui siamo chiamati".Il Presidente del Gruppo Pd si è, quindi, detto consapevole che le norme attuali non prevedono modalità dirette di sfiducia nei confronti del vicepresidente, per cui ha invitato l'Ufficio di Presidenza a rivedere il regolamento perché chiunque dei propri componenti si macchi di fatti particolarmente gravi possa essere rimosso.