«Se tornassi all'Ascoli sarei l'uomo più felice del mondo»

«Se tornassi all'Ascoli sarei l'uomo più felice del mondo»

«L'ultimo anno in bianconero è stato bellissimo: quella era una squadra vera»

Era il 15 luglio 2011 quando Alessandro Sbaffo indossò per la prima volta la casacca bianconera. È trascorso solo un anno e mezzo, ma sembra un'eternità. Marchigiano di Porto Recanati, classe 1990, centrocampista di proprietà del Chievo, dopo aver annusato in due occasioni il dolce sapore della serie A, arriva ad Ascoli in prestito con diritto di riscatto. Ed è subito amore con il tecnico Castori e la città.

«L'ho voluto io qui  - rivelò il mister -. E' un gran bel giocatore, il futuro è nelle sue mani». E già, il futuro. Si fa subito notare Sbaffo, sin dalle prime uscite: esordio con gol in coppa Italia col Taranto, la doppietta a Gubbio alla seconda giornata di campionato. Poi per il Picchio inizia la caduta libera. Arrivano tante sconfitte, la squadra si spegne, Castori viene esonerato.

In panchina tocca a Massimo Silva, l'Ascoli riacquista la linfa perduta e compie il miracolo della salvezza. Di nuovo. Per Sbaffo invece una stagione in bianco e nero. Il talento c'è, le buone prestazioni si alternano a quelle più opache. Ma il finale è in crescendo. «Mi piacerebbe riavere in squadra uno come Sbaffo», dirà poi Silva all'inizio del nuovo campionato.
Ma per un bel po', il giovane marchigiano resterà fermo ad aspettare.

Il 5 giugno 2012, nell'ambito del processo sul calcioscommesse, la Disciplinare dice sì al patteggiamento: sedici mesi di squalifica e 100mila euro di ammenda. Sbaffo paga il coinvolgimento in una tentata combine quando era ancora a Piacenza. «Ho visto cose allucinanti a Roma», dirà poi il bianconero.

Oggi Alessandro è nella sua casa a Porto Recanati, tra poco andrà a Verona, per tornare ad allenarsi con i gialloblù. «Il processo? E' stata una pagina triste – ha raccontato Sbaffo durante la trasmissione di Radio Ascoli “Tutti allo Stadio” -. Sono stati commessi errori gravi. Il calcio però è una piccola parte della mia vita».

Ora il peggio sembra alle spalle: «Ho una grande voglia di tornare a giocare. L'ultimo anno con l'Ascoli è stato bellissimo: quella era una squadra vera. Andavamo in campo e sapevamo di potercela giocare con tutti. L'Ascoli di oggi? Ha già una sua impronta, la qualità c'è. Mi piace molto Zaza».

Qualche volta è tornato nella città delle cento torri, ma ancora manca la sua prima al Del Duca: «Verrò presto allo stadio a tifare il Picchio. Con i miei ex compagni ho un bel rapporto, mi sento spesso con loro e con il diesse De Matteis: in bianconero sono stato benissimo». Intanto i mesi scorrono, fra un anno Alessandro potrà tornare a calcare i campi di gioco. Avrà appena compiuto 23 anni. E davanti tutto il tempo del mondo.