'Con il latte nelle vene', la storia di Archimede Sabelli che ha cambiato l'economia agroalimentare tra Abruzzo e Marche

'Con il latte nelle vene', la storia di Archimede Sabelli che ha cambiato l'economia agroalimentare tra Abruzzo e Marche

Oggi la Sabelli Spa è alla quarta generazione con Angelo Galeati e Simone Mariani: conta complessivamente 500 dipendenti, 200 ad Ascoli Piceno.

Ascoli - Le storie delle aziende sono sempre fatte ad immagine e somiglianza di chi le fonda fino al traguardo in salita del passaggio generazionale. Un nodo cruciale da superare e spesso il Dna si disperde. E se la Sabelli Spa nel 2021 compirà i 100 anni con la quarta generazione ancora alla guida, allora vale la pena scoprirne il valore di certi cromosomi. Beh, al di là del significato biologico, del compito di decidere tra donne e uomini, in questo caso vorrei dare una traduzione molto letterale di cromosoma, cioè corpo colorato. Per Archimede Sabelli questa quintessenza della vita, il sangue che gli scorre nelle vene, senza alcuna retorica, non può che essere bianco, del colore del latte.

Quel latte che come per un “cercatore d'oro” ai tempi del West, lo ha spinto ad una migrazione singolare però: non transoceanica come avveniva nel dopoguerra, ma quasi a chilometro zero, in un'area marchigiana-abruzzese. La storia di Archimede che ci hanno anticipato i suoi nipoti Angelo Galeati e Simone Mariani pare quella di un rabdomante guidato dalla sua bacchetta di legno alla ricerca del suo “liquido” di elezione.

Perché cosa diamine può fare un casaro senza latte? “E' un fattore di crescita che ancora oggi guida la Sabelli Spa – dicono Galeati e Mariani – con le acquisizioni in Veneto, in Slovenia e ora in Liguria”. Ma per quei tempi non era mica semplice in una zona dove le vacche erano viste dai contadini come produttrici di carne e dove soprattutto il numero di bovini per famiglia di agricoltori non superava neppure le cinque dita di una mano.

La sua asticella Archimede Sabelli l'aveva già posta a livello di campionato: prima deve convincere i contadini ad allevare più vacche per produrre latte, cerca famiglie numerose, che chiama ancora oggi “dipendenti” (ma non quelli del caseificio) funzionano perché in agricoltura più una famiglia è numerosa più ha capacità produttiva: l'impegno è omogeneo per tutti i componenti.

Un campionato da casaro che però Archimede quando arriva dapprima a Fermo non avrebbe mai vinto senza il sostegno di Filomena (Mena) sua moglie. Forse è scontato, ma è una storia che convalida il detto “dietro un grande uomo c'è sempre una grande donna”.

Archimede a Fermo vive in una soffitta e sotto, in una sorta di garage, lavora il latte. Si alza che ancora è notte al mattino e a bordo del suo motocarro a tre ruote scoperto fa il giro in montagna a raccogliere il latte dai contadini, poi torna e si mette a fare il formaggio. Una vita di sofferenze e sacrificio.

Sconvolge anche i benpensanti, come nel caso di un avvocato, perché con quella matrice di Bojano lui produce le mozzarelle che a quel tempo nelle Marche non si conoscevano.

E' davvero sconcertante come un uomo forte delle sue convinzioni possa produrre cambiamenti con il suo lavoro in un territorio che non è neppure il suo.

Archimede Sabelli sta cambiando l'economia agricola di un territorio e alla ricerca del latte deve trovare una zona più baricentrica per la sua azione: si sposta da Fermo ad Ascoli Piceno. E' la posizione ideale tra il Fermano e il Teramano, la zona che ha individuato come capace di produrre la giusta quantità di latte per i suoi prodotti.

Di quell'area cambia anche le abitudini alimentari. Ma se ci pensate fa anche un'altra cosa: costruisce un'azienda casearia di dimensioni tali che a Bojano non esiste nonostante la tradizione della mozzarella da li proviene.

Archimede è un irriducibile: la sua passione per il latte, per il suo lavoro lo porta anche all'innovazione industriale. Il sacrificio di Fermo, quello di “mozzare” la pasta filante e bollente che darà poi le mozzarelle, appunto, stanca. Negli anni sessanta Sabelli brevetta una macchina semindustriale che “mozza” la pasta filante producendo un numero interessante di mozzarelle contemporaneamente. E invia il prodotto tramite ferrovia, ben coperto da ghiaccio per la conservazione, in tutta Italia.

Oggi la Sabelli Spa conta 200 dipendenti nel territorio e circa 500 con le acquisizioni effettuate.

Venerdì 13 aprile alle 17,30 Massimiliano Ossini condurrà un evento presso l'Auditorium Neroni per la presentazione del libro edito dalla Capponi Editore dal titolo “Con il latte nelle vene”.

Ci saranno testimonianze interessanti di dipendenti che hanno trascorso quarantanni con lui in azienda. Alcuni di loro hanno visto le madri di Angelo Galeati e Simone Mariani con il “pancione”.

E alcuni racconteranno magari di due ragazzini di sei sette anni( Angelo e Simone) con le mani nella pasta filante a fare mozzarelle. Allora era quasi un gioco sotto il vigile sguardo di nonno Archimede. Oggi guidano il Gruppo caseario verso traguardi internazionali.

La Sabelli è una delle poche aziende italiane leader nel comparto del fresco, che può definirsi a tutti gli effetti a gestione familiare. La sua storia parte da lontano, da Bojano nel Molise, in quel piccolo laboratorio dove Nicolangelo Sabelli iniziò a trasmettere al figlio Archimede la sua conoscenza di casaro.

CON IL LATTE NELLE VENE è quindi un lungo viaggio che Archimede Sabelli, oggi novantacinquenne, fa all’interno della sua anima, nei suoi ricordi, scoprendo e ridisegnando volti, rivivendo emozioni belle e brutte o ripercorrendo i tratti delicati della signora Mena, sua moglie, mentre cammina veloce fra le operaie. Archimede non ci nasconde neppure il racconto della fame che gli attanagliava lo stomaco nei due anni di prigionia.

La sua vita ha avuto una passione divorante. Il mio lavoro diceva lui “ è stato qualcosa di molto più di un semplice mezzo di sussistenza. E’ stato la passione che mi ha consentito una vita piena, di dare un senso alla mia esistenza, regalandomi l’entusiasmo di alzarmi ogni mattina alle cinque con la voglia di continuare a produrre ed essere operativo. Il mio mestiere è stato una passione divorante, una malattia dalla quale ho scelto di non guarire. Per quanto mi riguarda, credo che, arrivato a 95 anni, io possa ritenermi soddisfatto per aver avuto una vita lunga e piena, una vita che mi ha regalato, accanto a tante sconfitte e grandi dolori, anche molte gioie e soddisfazioni”.

La sua testimonianza ci regala anche lo spaccato di una Italia che stava cambiando, immersa nelle difficoltà e nell’euforia di rinascere. Molti potrebbero pensare che ciò che è, è sempre stato, in realtà la vita di Archimede è un esempio eccellente di quello che oggi chiamiamo Resilienza, cioè la capacità che ognuno ha o dovrebbe avere di non farsi atterrire dalle difficoltà. Di difficoltà Archimede ne ha affrontate e superate tante, non ha mia mollato e forse per questo motivo, cioè per aver lottato contro tutte le difficoltà del vivere in quegli anni, ha poi nel tempo avuto sempre un’attenzione particolare per i suoi dipendenti, per chi lavorava con lui.

Il libro tira fuori l’anima dell’azienda, perché quell’anima, quei valori che oggi guidano la famiglia Sabelli, sono lo specchio dell’anima del fondatore, ed in questa operazione di estrazione che passa dalla vita privata a quella aziendale emergono i valori che ispirano un intera famiglia, più generazioni della stessa famiglia, quei valori che sono alla base delle scelte attuali.

Una biografia affascinante e coinvolgente che appassiona subito e si legge in un sol fiato dalla prima all’ultima pagina, che, non manca di trasmettere, fino all’ultimo, il battito di un cuore puro, illuminato da valori inossidabili. Un messaggio di cui Archimede Sabelli con il suo percorso di vita, privata e pubblica è stato portatore ed esempio tangibile.

In ogni attività, con ogni suo gesto, ed ogni parola, mirata ed essenziale, Archimede ha dimostrato che si possono ancora compiere grandi imprese, a livello personale e sociale, senza svilire l’Uomo e senza scendere a compromessi, che offendono la dignità e rendono opachi e discutibili i risultati ottenuti.

Questo libro scritto in vecchiaia, è il gesto concreto di un’apertura personale, un bellissimo viaggio intimo dove non si parla mai di fatturato, produzione e mercati, ma si parla di vita, emozioni, esperienze, che sono la base di espressione dei valori di un uomo e di una famiglia, quei valori che generano quello che definiamo “ricchezza consapevole”. Ecco perché si finisce per identificarsi in modo positivo con questa narrazione, che è una storia vera, empatizzando con il protagonista ed i suoi valori.L’AUTORE

Archimede Sabelli nasce nel 1923 a Bojano, vicino Campobasso, da una famiglia di casari. Alla fine degli anni Quaranta, al rientro dalla guerra, si trasferisce a Fermo nelle Marche, dove apre un primo caseificio a gestione familiare. Nel 1967 stabilisce la sua azienda, che è ormai un’impresa artigianale ben strutturata, ad Ascoli Piceno, città nella quale essa mantiene tutt’ora la sua sede.


SCHEDA LIBRO “CON IL LATTE NELLE VENE

Casa Editrice: Capponi Editore | www.capponieditore.it

Autore: Archimede Sabelli

Prima edizione: Aprile 2018

Distribuzione: Il volume è acquistabile in tutte le librerie Italiane ( Mondadori e Feltrinelli ) e su tutti gli store Book - online

Pagine: 116 Prezzo: 15 euro