La sagra della porche-tta più antica d'Italia e il doppio senso

La sagra della porche-tta più antica d'Italia e il doppio senso

Inaugurazione il 17 agosto e durerà fino al fino al 20. A Campli va in onda dal 1964

Ecco, appunto, il logo della Sagra de-lla porche-tta italica è stampato, in rosso e verde, proprio così.
Sillabato cioè in modo irregolare, come i colophon delle antiche edizioni di Manuzio.
Un vezzo tipografico?
Una trovata pubblicitaria? Marketing allo stato primordiale?
O forse, più semplicemente, un errore di ortografia?
Siamo nella metà degli anni Sessanta, l’Italia del boom economico, del primo governo di centrosinistra, tra Vespe Piaggio, Fiat 1100, vacanze di massa, rock’n’roll e musica pop.
E in occasione della prima, storica edizione della sagra, pare che i buontemponi della Pro Lo co, più o meno volontariamente, finirono per attirare l’attenzione del pubblico inserendo nel manifesto nientemeno che un richiamo erotico.
«Spezzando PORCHETTA in modo anomalo» racconta Coriolano Germe, ex presidente della Pro Loco Città di Campli, «l’occhio “porcino” del lettore avrebbe indugiato più a lungo su quel PORCHE.
Cosicché l’associazione d’idee sarebbe stata automatica: oltre al saporito panino con la crosta, nella splendida cornice della cittadina Farnese ci sarebbero state ben altre carni da assaggiare, nostrane, come quelle dei maiali cotti al forno interi, senza troppe spezie, come vuole la tradizione…».  
Una specie di paradiso per i vitelloni della provincia e non solo.
E chissà se questa leggenda sia nata per oscurare un involontario errore d’ortografia, un refuso di stampa oppure, com’è più probabile, sia soltanto una storia inventata attorno a una scelta grafica raffinata, da ascrivere al compianto Prof. Giammario Sgattoni, ideatore della sagra, nonché del logo. Non importa, è una leggenda ed è bellissima così.

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